IL MONITOR DELL’OSSIGENO
Senza ossigeno non possiamo vivere, ma con la giusta presenza di ossigeno nel nostro sangue possiamo allenarci meglio. Ecco perché tenere sotto controllo la presenza di ossigeno può aiutarci a conoscere meglio il nostro corpo.
Per il fondista, così come per gli altri atleti endurance, deve mostrare attenzione alla produzione di energia per soddisfare le richieste metaboliche perché queste dipendono dalla presenza di ossigeno, inspirato dall’esterno, scambiato a livello alveolare con l’anidride carbonica, per poi essere immesso nel torrente sanguigno arterioso. L’ossigeno ematico, per essere efficacemente trasportato alla periferia ed essere utilizzato nelle reazioni ossidative a livello muscolare per la sintesi di ATP (tecnicamente adenosina trifosfato, ovvero la molecola presente in tutti gli organismi viventi, per i quali rappresenta la principale forma di accumulo di energia immediatamente disponibile), necessita di una specifica proteina, l’emoglobina, la cui molecola è capace di legare fino a quattro molecole di ossigeno. In altre parole, l’emoglobina si comporta come una locomotiva che porta quattro vagoni di ossigeno in periferia, quindi si tratta di una proteina vitale per la nostra attività fisica. Inoltre, avendo alta affinità di legame per l’ossigeno, la “locomotiva” è capace di aumentare la capacità di trasporto da parte del sangue di 65-70 volte rispetto all’ossigeno disciolto liberamente nel plasma. Ora, entriamo più nel processo tecnico. La reazione di ossigenazione con formazione di ossiemoglobina dipende dalla pressione parziale dell’ossigeno (PaO2). Si sa che questo processo è diverso se ci troviamo in riva al mare a Rimini oppure ai 1.800 metri di Livigno. Infatti è nota la relazione proporzionale tra variazione della pressione atmosferica alle varie altitudini e pressione parziale dell’ossigeno: se ai 760 mmHg sul livello del mare corrisponde una pressione parziale di O2 di 150 mmHg, a 3000 metri la pressione barometrica sarà di 526 mmHg con 110 mmHg di PaO2, con una riduzione di quasi 1/3 della disponibilità di ossigeno per le nostre funzioni metaboliche.
Lo strumento giusto
Ecco perché è importante valutare la quantità di ossigeno legato all’emoglobina, che di può anche definire “saturazione” e che dovrebbe stare in un valore medio di 96-99%. Per tenere sotto controllo la nostra saturazione di ossigeno, il pulsossimetro Masimo MightySat consente di monitorare la saturazione dell’ossigeno e il battito cardiaco. Inoltre, lo strumento valuta anche l’indice di perfusione (Pi), che misura il flusso sanguigno periferico indicando variazioni nella circolazione del sangue. Ma non è tutto, perché MightySat effettua misurazioni specifiche come la frequenza respiratoria (RRp), che corrisponde al numero di respiri al minuto come indice della qualità di funzionamento del cuore e dei polmoni o della velocità di recupero dopo un allenamento. In ultimo è interessante l’indice della variabilità di Pleth, che rispecchia la variazione dell’indice di perfusione nel ciclo respiratorio come indicativo di un alterazione del livello di idratazione, dello sforzo respiratorio, della perfusione o di altri fattori.
Come usare MightySat
È importante ascoltare il nostro corpo misurando velocemente e con precisione i principali valori fisiologici, magari prima di un allenamento o dopo una gara, per conoscere le condizioni del motore. E non solo in modo istantaneo, perché con la app Masimo Personal Health da installare sullo smartphone, è possibile tenere uno storico dei propri valori di riferimento.
Infopoint: masimopersonalhealth.com
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