GARMIN CONNECT, NON CI ABBANDONARE
Per una manciata di giorni, la piattaforma Garmin Connect ha smesso di funzionare: le ragioni sono da circoscrivere a un probabile attacco hacker ai server dell’azienda. Queste le mie riflessioni emotive.
Nella vita ci sono alcune certezze: la mamma (sempre e comunque, ), la squadra del cuore (a volte più della mamma, soprattutto di questi tempi se sei di Bergamo) e l’agenzia delle entrate (che è come la visita di una vecchia zia mentre dormi sul divano la domenica pomeriggio davanti al gran premio di Formula 1).
E poi ci sono altre pietre miliari nella vita dei mortali sportivi, roba più sofisticata, minuzie che capisci solo se la settimana passata hai fatto almeno un paio di volte il Pordoi spingendo sui pedali come Bartali coi sandali o una decina di corse alle 5 del mattino, rigorosamente a digiuno. Quella roba lì si chiama Garmin Connect, è il quarto mistero di Fatima delle ripetute in salita, per molti di noi è l’amico immaginario che ancora ci accompagna. Tecnicamente è una piattaforma cloud, ovvero un luogo non luogo, una allocazione virtuale che conserva tutti i nostri segreti: non bionde giovani amanti o conti criptati alle isole Cayman, ma argomenti molto ma molto più sensibili. Stiamo parlando di roba pesante, cose che scottano, tipo un 10.000 fatto a tutta che hai chiuso in 48 minuti (sì ma perché stavi bene) e che nessuno dovrà mai conoscere, perché gli hai messo il lucchetto che solo tu puoi vedere. Se in piscina più che a nuotare, ci vai a bagnare i pensieri in corsia facendo finta di essere la Federica nazionale, è meglio non dirlo a nessuno, tanto meno ai social. La piattaforma è come a Las Vegas: quello che succede su Garmin Connect resta su Garmin Connect. Non è un sito, è un confessionale. Tre pater prima di mettere le pelli agli sci e via, tutto perdonato.
Ma GC è anche una vetrina, sì perché quella volta che fai il KOM su un segmento dove tutti i ciclari del circondario si sfidano, vorrai mica lasciare la serratura chiusa? Apri apri perdio, che tutti vedano i tuoi 480 watt di media…. sul cavalcavia dell’A4. E quel giorno che nostro Signore delle maltodestrine ha mandato in terra senza che tu ti allenassi, il nostro www non dimentica di dirti come hai dormito di notte, quanti piani hai salito prima di pranzo, la body battery del giorno, il peso e la massa grassa, come sta andando la respirazione e quanto ossigeno hai nelle vene. Ho vissuto più di cinquant’anni della mia vita senza sapere di avere tutte queste belle cose nel mio corpicino. Ce l’hai a casa sull’iPad, ce l’hai in ufficio sul pc (occhio a farti sgamare…), ce l’hai in vacanza sullo smartphone. Insomma, diciamolo Garmin Connect ti conosce più di te stesso, più del tuo analista e del commercialista messi insieme: è una proiezione nel passato. Ti segue ovunque come un compagno fedele, persino in bagno, purché ci sia connessione.
Ecco, appunto, la connessione. L’anello debole della catena, perché come tutti i sistemi informatici mostra il fianco quando si parla di accesso ai dati: così come ci arrivo io ci può arrivare un hacker russo che, invece di rapire Jean Paul Getty (i millennials cerchino su Wikipedia…) e chiedere una valigetta di dollari, blocca un server nevralgico di una azienda e ne chiede il riscatto in bitcoins. È quanto successo con Garmin Connect che ha bloccato le attività cinque giorni fa? Io non lo so, la narrazione da romanzo social offre versioni e suggestioni diverse, ma resta il fatto che ognuno di noi, GC addicted, ha provato quella sensazione di smarrimento tipiche dell’abbandono.
Oddio che faccio adesso? I miei allenamenti: migliaia di chilometri su e giù per le alpi che fine hanno fatto? Le mie maratone: asfalto, Trail, neve, ghiaccio, sabbia. Panico. Terrore. Ansia. Rabbia poca, ma anticamera dello smarrimento intestinale molto. Ed è qui che ti rendi conto della tua fragilità, di quanto le nostre certezze siano in realtà appese a un filo della mondializzazione. La nostra vita di weekend warriors è tutta un videogame: giochiamo a fare i professionisti dello sport facendo finta di non sapere che siamo solo una mesta parodia dell’agonismo di vertice. Ma questo è il nostro giochino e guai a chi ce lo toglie. Ecco perché ieri pomeriggio quando ho visto che Garmin Connect ha ripreso a funzionare con quel dolce messaggio materno di benvenuto nel riquadro sfumato gialloarancione ho pensato a me e al sorriso che avrà assalito quei milioni di colleghi del sudore a tutti i costi. Dai diciamolo: ci siamo sentiti tutti più leggeri. O ancora meglio più forti, certamente certi che le certezze sono sempre quattro: la mamma, Equitalia, Garmin Connect e La Talanta.
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