ASH DUBAN, LA REGINA DEL FIXIE
Scatto fisso. Sguardo fisso. Scatti a destra. poi a sinistra. Lo sguardo è fisso, attento a non cadere. Se si cade è un macello, ma se si riesce a stare in piedi può essere che si vinca. Scatto fisso, zero freni. Le gambe girano sempre: prima, durante e dopo la curva. E che dio ce la mandi buona. Ecco le gare di ciclismo a scatto fisso e il profilo di una americanina che tutti temono perchè quando scende in strada non si tira mai indietro. Lei è Ash Duban.
Le lentiggini sul volto sono impercettibili, ma ci sono, e anche la leggera colorazione tiziano dei capelli fanno pensare a una lontana eredità irlandese, o giù di lì. Chissà, ma essere cresciuta nel profondo Texas fanno di Ash Duban una ragazza tosta, una che quando sale in bici è sempre pronta al combattimento. Ed è che lo stesso spirito che la cenerentola delle fixie (Ash in inglese vuol dire cenere…) sbarca in Europa per ritentare il colpaccio dello scorso anno, quando si laureò campionessa del Red Hook Crit, il circuito mondiale delle competizioni cittadine a scatto fisso.
Per Ash tre appuntamenti dove mettere in palio il titolo e dimostrare che la regina è sempre lei, a partire da Londra con la gara in programma sabato 22 luglio (seguiranno Barcellona il 2 settembre e Milano il 14 ottobre). «Una gara unica al mondo, emozionante e pericolosa nello stesso tempo, capace di darti una scarica di adrenalina fortissima» ci racconta Ash, che ha fatto l’esordio nelle prove fixie nel lontano 2013 quando si gareggiava in una sola categoria: «Quella maschile!».
Non sono gare, sono battaglie millimetriche dove limare la ruota di quello che ti precede e prevedere ogni singolo segnale, prima che un cambio di direzione si trasformi in un gran mucchio selvaggio, può salvarti da una rovinosa caduta sull’asfalto. Le bici sono prive di freni, e e ogni curva è un terno al lotto. Bisogna essere un po’ border line per partecipare alle Red Hook,gare per bici a scatto fisso nato nel 2007 dall’idea di David Trimble che volevo dare dignità e diritto di vita alle Alleycat, le gare urbane non regolamentate tra i bike messenger di New York: appuntamento nelle notti umide di Brooklyn, e appena il numero lo consentiva, pronti via, la sfida partiva. E anche il nome è ispirato al quartiere di New York che ha un piccolo porto commerciale con quel gancio, ma sarebbe meglio chiamarlo uncino, tipico delle gru per sollevare container e grossi volumi.
Oggi come allora, si corre di notte a quaranta, cinquanta chilometri orari su asfalto, con le sue buche e le sue irregolarità, e con bici a scatto fisso leggerissime. Tutti in gruppo, in un girone dantesco da ripeter più volte. Un tempo erano quattro gatti, oggi sono centinaia i ragazzi e ragazze che vorrebbero entrare nel challenge, ed ecco perché nel pomeriggio si fanno le qualifiche sul giro, e solo i migliori possono partecipare.
«Mi innamoro del RHC nel 2013, e da allora non l’ho più abbandonato – confessa Ash che corre ogni anno numerose gare su strada negli Stati Uniti dove il fenomeno è sempre più in crescita – l’anno successivo al mio esordio mi invitano a Milano, unica del mio team, e vinco la tappa di Milano».
Tante partecipazioni, cadute e risalite, fino al 2016, quando porta a casa il titolo di campionessa. «Durante il Red Hook Criterium viene fuori tutta la tua tecnica, il tuo livello di allenamento e la tua grinta – commenta la giovane atleta americana – e bisogna dare il tutto per tutto a ogni curva, in ogni rettilineo».
Ash si allena circa 12 ore a settimana, sia indoor che su strada a seconda della stagione, incastrando le sessioni tra gli impegni lavorativi e quelli personali. Non solo allenamenti in bici, in cui spesso varia cadenza e potenza per mantenere il corpo più reattivo, ma anche sessioni di squat, affondi ed esercizi di core stability. Insomma, un’atleta vera.
«Il cross training è importante per rafforzare tutti i muscoli, anche quelli meno coinvolti negli allenamenti in bici, e limita gli eventuali infortuni – consiglia Ash – Io termino sempre ogni sessione con tanto stretching, usando anche il foam roll». Anche l’alimentazione e il reintegro giocano un ruolo cruciale per gli allenamenti e le gare: «Durante le criterium, assumo sempre un gel alla starting line e bevo una piccola Redbull durante il riscaldamento sul rullo, 40 minuti prima della partenza. Durante le gare non si ha tempo per bere o mangiare, quindi è fondamentale avere una buona riserva di energia». Per la cura che mette nel suo look, la piccola Ash non sembra proprio americana, piuttosto una cresciuta in Piazza San Babila: «Mi piacciono i colori forti e brillanti che sfoggio sia nei capi che negli accessori, perché mi danno maggiore visibilità su strada e poi, confesso, mi regalano uno stile unico».
Ed è così che ha disegnato il suo body da gara: realizzato negli stabilimenti bergamaschi di Santini, il capo è confezionati con tessuti tecnici, dai colori vivaci e in esclusiva per le ragazze del Affinity Team. «E’ la nostra divisa che ci accompagnerà nell’edizione 2017 del Red Hook Criterium con l’obiettivo di aiutarci a raggiungere il massimo risultato di squadra». Il nuovo body presenta un taglio aerodinamico con collo alla francese ed è realizzato con i tessuti Lycra Monica, totalmente made in Italy, per il fronte e il retro, e con Swanwarp per la sezione delle maniche. Il tessuto Lycra Monica, elastico e compatto, garantisce massima aderenza al corpo, fornendo un elevato vantaggio aerodinamico. Caratterizzato dai colori blu, azzurro, bianco e rosso, il body è completato dal fondello C3W, appositamente seguendo l’anatomia femminile, costruito attraverso un processo di scavatura di schiume sovrapposte per ridurre i volumi e creare spessori, senza colle né cuciture: «In questo modo il fondello mi protegge dagli shock e garantisce massima leggerezza e traspirabilità» conclude Ash, che sa che nelle fixie spesso sono i dettagli a fare la differenza.
Ma Ash in inglese vuol dire anche frassino, una pianta che riesce a sopravvivere in condizioni ambientali difficili come zone ad alto tasso di inquinamento, con forti venti ed elevata presenza di salsedine, incurante delle basse o alte temperature. Un po’ come questa americanina che gareggia dove c’è smog, vento, caldo e freddo: «E’ lo spirito fixie, bellezza, e tu non ci puoi fare niente».
[articolo pubblicato su corriere.it il 23.07.2017]
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